Guide to the city

LE LEGGENDE 56 nuca bendate, Ezzelino si lamentava dal dolore mentre la meta si faceva sempre più vicina. “Aprite, i cavallieri sono arrivati!” echeggiò una voce in piena notte per tutto il Borgo. Il pesante ponte levatoio si abbassò lasciando tran- sitare la carrozza. Il popolo si fece allibito e senza parole quando vide passare Ezzelino sopra una piccola lettiga di legno avvolto da luride coperte. Nonostante le sue ferite e la stanchezza lo facessero sembrare un innocente ed innocuo vecchietto, il suo sguardo terribile riusciva an- cora ad incutere timore. Fu condotto in una cella della torre campa- naria. La mattina seguente, mentre un pallido sole entrava timidamente nella cella, Ezzelino udì i rintocchi delle campane che suonavano a festa. Scosso da fremiti di rabbia, strisciò fino alla porta per chiedere alla guardia spiegazione del frastuono dei canti e delle grida che giun- gevano da fuori. Gli fu risposto che il motivo di tale caos era la sua cattura e condanna a morte. Nel sentir queste parole, riacquistato l’ardore di un tempo, si strappò le bende e lacerò le ferite morendo così dissanguato, piuttosto di es- ser portato al patibolo e allo scherno del popolo. A Soncino, da qualche parte, vi è ancora la sua sepoltura tanto cerca- ta e mai ritrovata ma … questa è un’altra storia.

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